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Identità Digitale Clonata

Il Paradosso dello SPID e la Nuova Frontiera delle Truffe Silenti

Ricordate la pecora Dolly? Era il 1996 quando in Scozia per la prima volta al mondo si riuscì a clonare un mammifero, quanta strada da quell’esperimento che destò stupore e meraviglia oltre che comprensibili sentimenti di spavento nell’opinione pubblica, quell’esperimento infatti dimostrò che la clonazione era possibile.

Immaginate un’altro voi che vi sostituisce in banca e nei rapporti con la PA, penserete impossibile nell’era della digitalizzazione , esiste il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), concepito come strumento di semplificazione e democratizzazione dell’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione.

Ma cosa è lo SPID?

Lo SPID rappresenta l’implementazione italiana di un sistema di autenticazione digitale che consente l’accesso ai servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione e da soggetti privati convenzionati. La sua architettura prevede il rilascio dell’identità digitale da parte di provider accreditati (tra cui Poste Italiane, Aruba, InfoCert), strutturandosi attraverso credenziali composte da nome utente, password e, nei livelli di sicurezza superiori, meccanismi di verifica a due fattori.

Il processo di attivazione richiede elementi identificativi fondamentali:

  1. Un documento d’identità con validità legale
  2. Il codice fiscale dell’interessato
  3. Un indirizzo di posta elettronica e un recapito telefonico mobile

È significativo rilevare come questi ultimi due elementi non debbano necessariamente essere intestati formalmente al richiedente, ma semplicemente risultare nella sua disponibilità.

Un aggressore se in possesso della copia dei vostri documenti potrebbe quindi creare una nuova identità digitale a vostro nome.

fonte difesaonline.it